11 marzo - 23 ottobre 2022

La Casa dei Tre Oci di Venezia presenta, dall’11 marzo al 23 ottobre 2022, la più ampia retrospettiva mai realizzata dedicata alla fotografa Sabine Weiss (Svizzera, 1924), tra le maggiori rappresentanti della fotografia umanista francese insieme a Robert Doisneau, Willy Ronis, Edouard Boubat, Brassaï e Izis.

Curata da Virginie Chardin, la mostra è promossa dalla Fondazione di Venezia, realizzata da Marsilio Arte in collaborazione con Berggruen Institute, prodotta dallo studio Sabine Weiss di Parigi e da Laure Delloye-Augustins, con il sostegno di Jeu de Paume e del Festival internazionale Les Rencontres de la photographie d'Arles.

Unica fotografa donna del dopoguerra ad aver esercitato questa professione così a lungo e in tutti i campi della fotografia – dai reportage ai ritratti di artisti, dalla moda agli scatti di strada con particolare attenzione ai volti dei bambini, fino ai numerosi viaggi per il mondo – Sabine Weiss, oggi novantasettenne, ha aperto i suoi archivi personali, conservati a Parigi, per raccontare, per la prima volta in maniera ampia e strutturata, la sua straordinaria storia e il suo lavoro.

Oltre 200 fotografie, delle quali decine inedite – come la serie dedicata ai manicomi, realizzata durante l'inverno 1951-1952 in Francia nel dipartimento dello Cher, e rimasta parzialmente inedita fino ad oggi – ripercorrono insieme a diverse pubblicazioni e riviste dell'epoca l’intera carriera di Weiss, dagli esordi nel 1935 agli anni ’80. Fin dall'inizio, Sabine Weiss, come testimoniano in mostra le foto dei bambini e dei passanti, dirige il suo obiettivo sui corpi e sui gesti, immortalando emozioni e sentimenti, in linea con la fotografia umanista francese. È un approccio dal quale non si discosterà mai. Lo riafferma anche oggi quando dichiara: «Per essere potente, una fotografia deve parlarci di un aspetto della condizione umana, farci sentire l'emozione che il fotografo ha provato di fronte al suo soggetto».

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