

21 ottobre 2022
“Forzerò la pietra fredda dell’oblio (dissoderò l’arida steppa dell’oblio) strapperò
fiori alla tua roccia.” È una dichiarazione d’intenti diventata anche nervatura
progettuale di poetica, che Lucia Guidorizzi concepisce sull’onda di quanto le
suggeriscono le carte, i documenti, le poesie della madre dove trova accenni
interrogativi a cui rispondere colpo su colpo con le sue liriche di Gemmealuce.
Vari “dialoghi taciuti” entrano in questo colloquio in versi tra due anime che ormai
appartengono a due mondi paralleli; il contatto a distanza consente di dire cose tenute
per lungo tempo da Lucia Guidorizzi nel segreto della propria interiorità e viene fuori
proprio nel momento in cui la poesia si fa propellente per un movimento di
esternazione utile a ripristinare una linea di comunicazione “diretta” tra figlia e madre.
Dalla postfazione di Enzo Santese